Monetiere di Firenze - Museo Archeologico Nazionale
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Il Monetiere

Allestimento di fine '800 - Sala Milani (Foto Alinari)

Allestimento di fine '800 - Sala Milani (Foto Alinari)
"Il Medagliere Granducale fu distaccato dalle collezioni delle Gallerie degli Uffizi nel gennaio del 1895 e trasferito nella nuova ed attuale sede del Museo Archeologico del palazzo della Crocetta.

Il primo piú antico nucleo della collezione numismatica delle Gallerie degli Uffici, però, è già presente nella raccolta di antichità iniziata da Lorenzo il Magnifico.

Una cospicua raccolta di monete faceva sicuramente parte dell’immenso patrimonio artistico di famiglia che l’Elettrice Palatina Anna Maria Ludovica donò, alla sua morte, nel 1743, allo Stato di Toscana a condizione che non fosse mai alienato da Firenze e che rimanesse a disposizione dei visitatori di tutti i paesi.

Una forte rivalutazione del filone etrusco della Collezione Granducale è legata alla personalità di Luigi Lanzi, nominato nel 1773 assistente di Giuseppe Pelli, allora responsabile delle Gallerie Granducali, con l’incarico di occuparsi sia delle medaglie che delle gemme. Il Pelli nel 1787 aveva completato la classificazione delle monete medievali e moderne iniziata un decennio prima, nel 1773.

Tutta la collezione numismatica era ordinata: il “piú ricco gabinetto che sia in Italia”- come lo stesso Pelli ebbe a scrivere- in cui “sta riunita la collezione che principiò Cosimo I e proseguí con impegno Francesco suo figlio, quella che in proprio raccolse l’egregio cardinale Leopoldo, e quanto da Cosimo III vi fu aggiunto”.

Il fiorire degli scavi nella prima metà dell’Ottocento e l’attivismo del nuovo Antiquario Zannoni contribuirono ad arricchire le collezioni di antichità, in generale, e quella numismatica, in particolare, come l’immissione del nucleo di circa 600 monete provenienti dal ripostiglio di Fiesole, rinvenuto nel 1828.

Nel 1841 è nominato Direttore delle Collezioni di antichità granducali, Arcangelo Michele Migliarini cui dobbiamo una nuova piú completa descrizione della raccolta di monete. Le precise indicazioni del catalogo, complete dei dati del diametro e, spesso, anche del peso di ciascun esemplare, permettono in molti casi di riconoscere le monete descritte tra quelli oggi presenti in Museo.

Successivamente alla compilazione dei cataloghi del Migliarini, le nuove immissioni fino al 1880 vennero registrate nei Supplementi in cui, per quanto in particolare riguarda le monete etrusche, troviamo traccia dell’ingresso nella raccolta di esemplari dal ripostiglio di Cecina, del 1858, e del ripostiglio di Volterra, del 1869, oltre che della donazione di alcune monete da parte di G. Francesco Gamurrini tra il 1867 e il 1875. Quest’ultimo, alla morte del Migliarini, avvenuta nel 1867, fu nominato Conservatore delle Antichità delle Gallerie e responsabile della collezione numismatica; a lui si deve l’iniziativa del distacco del primo nucleo di monete etrusche dalla Raccolta Granducale al Regio Museo Etrusco di via Faenza.

Nel 1874 Luigi Antonio Milani fu nominato direttore del Museo Archeologico e la sua presenza coincise con un periodo di grande attività proprio per la vastità degli suoi interessi scientifici rivolti soprattutto alla numismatica e al Medagliere del Museo. Durante la sua gestione si susseguono una serie di importanti immissioni di monete tra cui: l’acquisto della collezione Mazzolini, nel 1890, composta quasi esclusivamente da materiali provenienti dal territorio di Populonia e per questo motivo subito destinata alla sala populoniese del Museo Topografico; l’acquisto e, in parte, la donazione della collezione Falchi, anche in questo caso con provenienza quasi esclusiva dal territorio vetuloniese, cui si devono aggiungere le monete rinvenute, a partire dal 1887, negli scavi condotti dallo stesso Falchi a Vetulonia e che andranno ad arricchire le vetrine della sala relativa del Museo Topografico; l’acquisto di grande interesse di parte della collezione Strozzi, nel 1907 e di parte della collezione Martinetti Nervegna, nel 1908, entrambe contese con i Medaglieri di altri Musei tra cui quello del Museo Nazionale Romano, diretto dalla Cesano; l’acquisto della collezione Ferretti di Cortona, nel 1911.

Dall’antiquario Pacini furono, inoltre, acquistati i pezzi di aes rude facenti parte del ripostiglio de La Bruna presso Spoleto, scoperto nel 1890, mentre nel 1912 si procedette all’acquisto e all’immissione di parte di monete del ripostiglio di aurei rinvenuto in Maremma e segnalato dall’antiquario Mannelli di Campiglia.

Dagli scavi condotti sul colle di Talamonaccio, tra il 1888 e il 1892, per la costruzione di un forte militare, provengono alcune centinaia di monete probabilmente residuo di una stipe votiva rinvenuta nel perimetro di un santuario al cui tempio appartengono le famose terracotte architettoniche relative al frontone con le figurazioni del mito tebano. Nel corso delle successive Direzioni, pur non perpetuandosi l’uso di acquisire nuovi nuclei di monete dalle vendite all’asta, la collezione numismatica è andata arricchendosi di interessanti gruzzoli rinvenuti da diverse località del territorio di competenza della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana.

Va citato innanzitutto il ripostiglio di monete etrusche rinvenuto nel 1939 in località Porcareccia a Populonia mentre tra i ripostigli di monete di età romana repubblicana ed imperiale vale la pena di ricordare i nuclei provenienti da Cosa, Pisa, Vico Pisano, Poggio Gobbo, Spoiano, Cupi di Montiano e Ciggiano.

Tra i ripostigli di età medievale si citano quelli recuperati a Scarlino, Pisa, Montespertoli ed Alberese. Un cospicuo gruppo di monete è quello recuperato negli scavi del sito di Roselle la cui esplorazione iniziata nel 1958 ha contribuito non poco alla conoscenza di quel territorio.

L’alluvione subita dalla città di Firenze nel novembre 1966 ha segnato una pesante battuta d’arresto nello sviluppo del Museo Archeologico ed ha comportato per decenni l’impiego di enormi sforzi sia finanziari che in termini di risorse umane per recuperare, riordinare e restaurare la massa di materiali alluvionati tra cui i nuclei delle monete esposte nelle sale di Vetulonia e di Populonia del Museo Topografico.

(testo tratto dal sito del Comune di Firenze - www.comune.firenze.it)


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Ultima modifica: Tuesday 19 May 2009 alle ore 17:21, centurione
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