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Cinquina (Moneta) | |||||||||
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Insigni studiosi di monetazione papale (Serafini, Martinori, Muntoni) hanno sempre considerato la “cinquina”, il cui valore di quattro denari paparini la fa rientrare nella tipologia del quattrino, come un'emissione la cui coniazione è cominciata nella seconda metà del '200 e durata fino alla metà del '300. Tale datazione, tuttavia, lascia perplessi sia per le sue caratteristiche ponderali che stilistiche, infatti è strano che una coniazione di mistura cosí pesante (gr 1,20-1,35) sia avvenuta nella seconda metà del sec. XIII, quando, solamente a partire dall'anno 1332, la zecca di Firenze, prima in Italia, emise il quattrino dal valore di quattro denari. Oltre a ciò, l'epigrafia della “cinquina” non è caratteristica di emissioni duecentesche, ma è molto simile, se non identica, a quella dei bolognini romani battuti ai tempi dei papi Urbano V (1362-70) e Gregorio XI (1370-76); basta osservare e confrontare, ad esempio, le lettere A, S ed in modo particolare le M, che presentano la stessa identica costruzione: due I con un triangolo con il vertice volto verso il basso nel mezzo.
Un nuovo elemento a sostegno della tesi che la “cinquina” sia stata emessa a partire dalla seconda metà del '300 si può ricavare proprio dal tesoretto di Galeata in cui sono presenti, oltre tale tipologia, dei quattrini a nome di Ludovico II d'Angiò (1382-84) battuti nella zecca dell'Aquila (nn. 469-470). Questi ultimi non sono altro che delle imitazioni, se non proprio delle contraffazioni, delle “cinquine”; è sufficiente mettere a confronto le rappresentazioni del D/ e del R/ che compaiono su tali tipologie per constatare che sono identiche; il peso stesso dei quattrini aquilani (gr 0,90), inferiore a quello delle “cinquine”, è la dimostrazione che questi erano stati coniati per entrare nell'ambito della circolazione proprio di tale moneta romana, lucrando sulla differenza di peso. Gli esemplari di “cinquina” ed i quattrini di Ludovico II presenti in questo ripostiglio hanno quasi identiche tracce di consunzione, il che fa ritenere che abbiano circolato piú o meno per uno stesso periodo di tempo; se la zecca di Roma avesse cominciato a battere le “cinquine” effettivamente nella seconda metà del '200, sicuramente avrebbero dovuto essere molto piú consumate rispetto ai quattrini aquilani. Per cui è logico ritenere che l'emissione delle “cinquine” sia avvenuta nella seconda metà del '300, con tutta probabilità intorno al 1365-70, anche perché Ludovico II d'Angiò non avrebbe mai dato disposizione di far coniare una moneta imitante una tipologia vecchia di oltre un secolo e per questo, con ogni probabilità, non piú in circolazione, mentre fece battere una moneta che ne imitava una regolarmente circolante e, sopratutto, ben accolta nel territorio aquilano. | |||||||||
Nominale: Cinquina | |||||||||
Materiale: mistura | |||||||||
Tecnica: coniazione | |||||||||
Periodo | Cod. | Zecca | Immagini |
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